Zlatan, il tipo "strano" della Serie A
Arsene Wenger, quattro anni fa, gli mandò a casa una lettera con un invito “Vieni a giocare all’Arsenal”. Nel pacchetto c’era una maglia dei Gunners numero 9 con su stampato la dicitura “Zlatan”.
A quei tempi, l’attuale attaccante della Juve aveva 19 anni e giocava nel Malmoe, squadra della A svedese, da ben 6 anni. Zlatan rifiutò e disse: “Avrò più avanti la mia grande occasione”.
A quei tempi diceva di sognare di giocare “per il Barcellona o per il Real” ma di tifare per “l’Inter. Sogno San Siro”. Poi fu Ajax e quindi la Juve.
Zlatan Ibrahimovic, origini slave ma passaporto svedese, è nato il 3 ottobre 1981 come l’ex meteora juventina scandinava Andreas Isaksson.
Il suo sport preferito, e praticato assieme al calcio, è il taekwondo e si capisce, quindi, il perché del gol-miracolo realizzato in Svezia-Italia a Euro 2004: un tacco-rovesciata “stile arte marziale” dritta nel sette della porta difesa da Buffon, suo futuro compagno di squadra.
Il nuovo protagonista della Serie A divenne famoso in Svezia all’età di 10 anni quando era Pulcino del Balkan: in 45 minuti segnò 8 gol. Una cosa sensazionale di cui parlò tutta la Svezia. A 13 anni, il Malmoe gli offrì un contratto da professionista che si concretizzò, però, soltanto al compiere dei 16 anni.
E fu proprio al primo anno di massima divisione che fece capire il suo carattere: in campo da 50’ chiamò il suo allenatore: “Sostituiscimi, sto giocando da schifo”.
I migliori amici di Zlatan sono Cristian Chivu, Nikos Machlas, Joey Didulica e Mido. Due romanisti, quindi, mentre un ex romanista è il suo peggior nemico, il norvegese John Carew. "Quello che Carew è capace di fare con un pallone, io lo posso fare con un’arancia”.
“Ibra” è davvero un tipo particolare. Il suo carattere – fino al suo arrivo alla Juve – era considerato difficile, sconstante. Alto 1m92, 84kg di peso, porta il 47 di scarpa: nessuno scherzo della natura ma tanti problemi con le calzature prodotte in serie. Lui se le fa costruire su misura.
Il suo carattere è particolare: è un tipo con cui si litiga oppure si scherza fino a notte fonda. Uno che l’italiano lo sta studiando di notte dopo aver trascorso le sue “sere brave” con la fidanzata nella pizzeria di Ciro Ferrara a suon di “Quatro Steghioni” e “Magarita”.
A Torino ha comprato casa – una villa ai piedi dei colli torinesi -, lui alla Juve ci vuole rimanere a lungo. Sino ad ora ha legato particolarmente con Stephen Appiah: merito dell’inglese, unica lingua che sa parlare bene a parte lo svedese.
In garage, “Zlatanio” – come lo chiamano nello spogliatoio – ha una Porsche Turbo una Ferrari 360 e una BMW X5, tanto per non farsi mancare nulla. Il film preferito è “Il Gladiatore” mentre il libro che ha sul comodino che legge e rilegge è “Robinson Crusoe” che come lui è un “naufrago” che finalmente – forse – è approdato alla sua Isola Felice
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