"Stanno abbandonando la nave ma affogheranno anche loro"
"Pensano di abbandonare la nave come i sorci, pensano che stiamo affondando. Ma non hanno capito che se affondo io, affondano anche loro. Dovrò fargli capire che io, anche se perdo le elezioni, non me ne vado. Resto e le carte per il futuro della Cdl, le darò comunque io". Dopo il duello televisivo tra Berlusconi e Prodi, il centrodestra sembra una scialuppa in balia delle onde. Con Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini rapidi nel prendere le distanze dal premier, Umberto Bossi silenzioso nella sua degenza e il Cavaliere infuriato con gli alleati.
Il Cavaliere infuriato per le critiche degli alleati non esclude di rinunciare al match di ritorno e pensa di rilanciare il partito unico
Alla ricerca di una ricetta per rimettere la campagna elettorale sui binari sperati e per scovare le contromisure più adatte per sfidare il Professore nel faccia a faccia decisivo, quello del 3 aprile.
Sta di fatto che a meno di 24 ore dallo scontro con il leader dell'Unione, il Cavaliere non si aspettava un "voltafaccia" così esplicito dai due principali partner, ossia dal leader di An e da quello dell'Udc. Così, prima di assistere a San Siro alla partita di addio dell'ex milanista Gabriele Albertini, si è fatto leggere le loro dichiarazioni. E a quel punto è scattato. "Sono stati in silenzio fino ad ora e parlano adesso. Bella figura. Mi ero liberato di Follini e adesso me ne ritrovo due".
Una situazione inaccettabile per l'inquilino di Palazzo Chigi. Che è deciso a ingabbiare politicamente gli alleati per affrontare gli ultimi 25 giorni di campagna elettorale. La scorsa settimana aveva già fatto commissionare un sondaggio per verificare l'impatto sull'elettorato di un eventuale rilancio del progetto del partito unico. Da ieri quell'idea è tornata sul tavolo del premier. "Diciamo subito che il giorno dopo le elezioni ci sarà una sola formazione nel centrodestra, annunciamo che ci saranno i gruppi unici. E vediamo che succede".
Nel piano del premier, questo progetto non serve solo a sterilizzare le polemiche interne e a improntare i rapporti interni nel segno della "coesione indispensabile per vincere". Ma è anche una sorta di "assicurazione" sulla vita in caso di sconfitta. Sarebbe il contenitore nel quale bloccare tutte le spinte centrifughe che si azioneranno nel Polo davanti al governo Prodi e, in più, confermare la leadership berlusconiana anche all'opposizione. "È chiaro che quei due stanno facendo una corsa per il dopo 10 aprile. Entrambi pensano di prendere il mio posto, di farmi fuori. Evidentemente ancora non hanno imparato a conoscermi".
Insomma, Berlusconi vuole costruire fin da ora una barriera che alzerà dopo il voto se la rincorsa non si concluderà con la vittoria. Il Cavaliere vuole essere comunque il "king maker" della Cdl e il referente quando si intavoleranno le trattative per scegliere il nuovo capo dello Stato. Con un occhio agli interessi delle aziende che, a suo giudizio, "si tutelano meglio se si è al vertice di una forza politica di rispetto".
Di certo, in una giornata delicata per il centrodestra, non può essere un caso che Berlusconi non abbia sentito né Fini, né Casini. Avrebbe voluto, semmai, parlare con Bossi. "Se Umberto riuscisse a fare un po' di campagna elettorale, molto cambierebbe. L'ho anche detto ai suoi: "fategli fare qualche uscita alla radio o in tv"".
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