I PRODIANI-RUTELLIANI DI “EUROPA” GETTANO IN MARE IL MARINARETTO D'ALEMA
"NON È UN POLITICO. È UNA MACCHIETTA. UNA SPECIE DI INCAPPUCCIATO GRIGIO
CHE MENTRE IL SUO POPOLO FESTEGGIA, SI DÀ DA FARE PER SEMINARE LA ZIZZANIA”
Da Il Velino.it - “C’era da scommetterci. Non poteva che andare così. Dopo dieci anni Romano Prodi rimette piede (insomma, quasi…) a palazzo Chigi, e loro che cosa tirano fuori? Ma è ovvio: Massimo D’Alema. Cioè, quel Massimo D’Alema: quello della trattativa, del dialogo, dell’inciucio, della bicamerale, del complotto. Chiamatelo come vi pare, è il D’Alema che, quasi in un riflesso pavloviano, appena vede di nuovo il Professore in sella si precipita a dare lo storico bis, si dà subito da fare per disarcionarlo.
Se c’è una presidenza istituzionale da smerciare, c’è dietro lui. Se c’è un patto di coalizione da tradire, è pronto. Se c’è un bidone da tirare a Marini, o a Rutelli, o a Fassino, non parliamo poi di Veltroni, lo zampino è il suo. Il D'Alema che ad appena tre giorni dal voto ritroviamo descritto sulle pagine di giornali - preferibilmente di destra, ma non solo - non è un politico. È una macchietta. Una specie di incappucciato grigio che mentre il suo popolo festeggia, si dà da fare per seminare la zizzania”.
È senza precedenti l’attacco che Europa, il quotidiano della Margherita, porta questa mattina al presidente Ds, impegnato, come del resto Piero Fassino, a capire in che modo evitare una paralisi politico-istituzionale che rischierebbe di trasformare in una disfatta la scampata sconfitta elettorale per un pugno di voti. Un attacco che coincide con l’apertura alla Cdl e a Silvio Berlusconi fatta da D’Alema in un’intervista non a un quotidiano della “destra” ma al Corriere della sera.
L’attacco di Europa conferma dunque a quale livello di tensione siano giunti i rapporti all’interno dell’Unione. E quanto allarme crei negli ambienti prodiani il tentativo dei Ds di contenere le mosse del Professore, impegnato a stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di distendere i rapporti tra maggioranza e opposizione e deciso a rinsaldare il legame con Fausto Bertinotti, ostile a qualsiasi riflessione critica sull’esito del voto e sulle conseguenze politiche, istituzionali e programmatiche, che il gruppo dirigente dei Ds e i moderati del centrosinistra sembrano intenzionati a trarre.
Scrive ancora Europa: "È cominciato subito un gioco che conosciamo. Una specie di schiaffo del soldato dove Prodi sta sempre in castigo. Conoscendone il principale lato debole - la diffidenza - chi vuole irritare il premier in pectore non ha di meglio che tirare schiaffi e poi indicare i soliti sospetti. Col precedente del '98, si suppone che il risultato sul sistema nervoso prodiano sia garantito. Il gioco ora ha anche delle varianti. Per esempio lo schiaffo puo' arrivare da qualcun altro: due giorni fa l'originale Libero prometteva a Rutelli onori e gloria, se solo si proponesse come leader del centrodestra, addirittura successore di Berlusconi.
Attenzione, non ridete. Perche' questo gioco per cinque anni l'abbiamo giocato anche noi: non accarezzavamo il pelo prima a Follini, poi a Casini, poi a Fini (lo fece per?no Nanni Moretti) e per un breve attimo di nuovo alla Lega, sperando che ci dessero una mano, dalla montagna di voti sui quali erano seduti, a far innervosire e magari a far saltare il Cavaliere? Fini e Casini hanno deluso le nostre aspettative, e hanno fatto bene pur arrecando un danno al paese e alla ?ne anche a se stessi. Ora siamo sicuri che tocchera' alla destra e ai giornali pettegoli rimanere delusi, se aspettano che D'Alema o altri lavorino per il re di Prussia. Non accadra'. Guardare in faccia la realta' di un paese spaccato e ostile, e analizzare dati elettorali a dir poco ambivalenti, non portera' i capi del centrosinistra a fare regali a nessuno".
Il quotidiano della Margherita conclude indicando un obiettivo strategico: "Noi puntiamo a un mezzo miracolo, la peggiore delusione da dare a chi spera che l'Unione si faccia male da sola: avere con Prodi stabilita' per cinque anni e pero' riuscire dove Fini e Casini hanno fallito. Cioe' nel costruire dentro la coalizione un quadro piu' avanzato, piu' vantaggioso, piu' dinamico, in vista del salto generazionale che garantira' il futuro al primo schieramento che potra' permetterselo. Un'acrobazia, ma si puo' provare". (red)
Dagospia 14 Aprile 2006
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Al buio tutti i semafori sono neri... (m3t4llica)
"sono abituato a prendere sul serio anche me stesso quando scrivo vaccate... quindi prendo sul serio qualsiasi idiota come me"
(citazione dalle opere di QED, poeta Parmigiano del secolo scorso, non si sa se ancora in vita)