da dagospia:
Appena tornerà dalla Cina, Prodi farà l'esame della pressione e del sangue. A suggerirglielo sono le vicende delle ultime ore che dimostrano una netta alterazione dei globuli bianchi e dei globuli rossi. La pressione è alle stelle dopo la formidabile incazzatura che ha avuto ieri quando gli è stata comunicata da Palazzo Chigi la strategia d'attacco di Tronchetti-Provera e la volontà di rendere manifesti tutti i dettagli sugli incontri avvenuti per mettere al corrente il Governo delle sue intenzioni.
Ieri sera in televisione il Professore di Bologna sorrideva più della Gioconda al Louvre, e si è interrotto compiaciuto quando il pianista cinese ha attaccato le note di "Guarda il mare quanto è bello...". Il sentimento che ispirava Prodi in quell'attimo era però di tutt'altro genere, e solo la sua consumata esperienza di attore emiliano riusciva a celare il disappunto.
La pressione è alle stelle e i vasi sanguigni sono dilatati perchè i documenti che escono oggi sui giornali – vedi il Sole 24 Ore - sono una sconfessione plateale che porterà Prodi al suo ritorno dalla Cina a confrontarsi duramente con Angelo Rovati, l'ex-giocatore di basket che ha messo nel canestro di Tronchetti Provera un documento-bomba. Quando farà l'esame del sangue i medici che vegliano sulla salute del premier di Scandiano noteranno l'eccesso dei globuli bianchi ereditati dal vecchio mondo dell'Iri dove la presenza dello Stato era "istituzionale" e pilotata dalla politica.
Il progetto di 28 pagine che Angelo Rovati (difensore insieme a Enrico Micheli dei vecchi boiardi) ha consegnato nelle mani di Tronchetti Provera con un biglietto autografo che dice "grazie per la disponibilità e a presto", è semplicemente sbalorditivo. Se è vero che è stato elaborato da una famosa merchant bank (ovvio pensare a Goldman Sachs) va detto che dentro gli uffici di quel tempio della finanza seguono i dettami della politica senza alcuna preoccupazione per gli aspetti economici. L'esempio si trova nel punto in cui il documento formula due opzioni per lo scorporo della rete senza indicare i costi che avrebbe per lo Stato l'eventuale intervento della Cassa Depositi e Prestiti.
L'ingresso della Cassa Depositi e Prestiti in caso di spin-off e quotazione della rete non avrebbe - si legge nel documento - "nessun impatto di cassa" (prima opzione) e porterebbe "all'incremento dei poteri di gestione e tutela di un asset nazionale". In poche parole per Tronchetti e per lo Stato il progetto elaborato dai consulenti occulti del marito di Chiara Boni sarebbe un grande affare "per il recupero di competitività del sistema paese". Se le cose stanno in questi termini c'è da chiedersi perchè il marito di Afef ha deciso di rendere pubblico il progetto – attraverso il quotidiano di De Bortoli - buttandosi alle spalle un'opportunità così appetitosa.
Qui entrano in scena come in un celebre film di Woody Allen dove appariva una fila di giganteschi preservativi, i globuli bianchi di Romano Prodi, quelli dell'Iri-statalista che scaricava sullo Stato le perdite, ma che era anche riuscito a portare la telefonia a livelli mondiali.
Il fallimento della privatizzazione di Telecom avviata nel '97 brucia sulla pelle del Professore che si rende conto adesso a distanza di molti anni come i capitani coraggiosi del capitalismo senza capitali non siano in grado di portare avanti una strategia industriale capace di salvare un pezzo importante del sistema. Ma nel sangue di Prodi anche i globuli rossi sono impazziti. Sono i globuli della sinistra che si rende conto della necessità di costruire un polo mediatico in grado di contrastare per sempre il Cavaliere di Arcore. A Prodi e al suo consulente Costamagna, che avevano incontrato Murdoch a Palazzo Chigi, piaceva l'idea di un grande accordo per la piattaforma multimediale che avrebbe portato ad occupare il presidio del "Corriere della Sera" e del Gruppo Rcs.
Di questo aveva parlato anche con Tronchetti nella stanza che affaccia su Piazza Colonna e sulla panchina di Cernobbio. Purtroppo il topolino che è nato sullo yacht dello "Squalo" di News Corp. si è rivelato una misera cosa, e Tronchetti ingobbito da 41,3 miliardi di debiti ha dovuto scegliere una strada diversa. Il manager Pirelli ha ignorato il piatto ricco dello scorporo della rete e ieri ha deciso di buttare alla luce del sole (24 Ore) la contropartita che Prodi e i suoi consiglieri gli offrivano.
Come vada a finire è tutto da vedere. Di certo c'è solo che questo spettacolo mette in luce l'ingenuità emiliana dove la cultura di Governo e la cultura industriale si mescolano in un pasticcio indescrivibile. Adesso Tronchetti e Riccardo Perissich, l'uomo delle relazioni istituzionali, avranno molta difficoltà a riannodare le fila con il Governo. Si sono buttati nel grembo di Confindustria e usano il "Sole 24 Ore" per sparare le loro cannonate.
Da parte sua, il Prodi dei globuli bianchi dovrà contrastare nei prossimi giorni le accuse di statalismo e spiegare che cos'è per lui il mercato. Il mercato (soprattutto quello internazionale) guarderà stupefatto a questo nuovo capitolo di invadenza politica che si aggiunge alle straripanti bordate di Tonino Di Pietro sulle vicende di Autostrade per la Spagna. Mentre la polemica monterà alle stelle Tronchetti non avrà altra scelta che procedere rapidamente nella vendita di Tim Brasil per incassare almeno quei 6 miliardi di euro che gli servono per alleggerire il debito e per recuperare credibilità.
Nel frattempo i suoi uomini e gli advisor delle banche procederanno a studiare una soluzione "all'italiana" per Tim che consenta di spuntare le polemiche e di aprire la strada a qualche fondo internazionale capace di mettere nelle mani di imprenditori nostrani (De Benedetti?) i 35 miliardi che servono per portarsi a casa i telefonini.
L'inversione fatta dopo due anni da Tronchetti su Tim è una sorta di peccato sul quale gli analisti e il "Financial Times" stanno con il fucile puntato. In ballo c'è la "reputation" cioè il rating di credibilità che il topolino partorito sullo yacht di Murdoch non basta a recuperare. Il manager Pirelli forse dovrà navigare con perizia nelle acque della politica e dare un senso a quella media-company che presuppone un mestiere e delle competenze per lui e per i suoi top manager ancora embionali. La pressione del sangue di Prodi e Tronchetti è destinata ad aumentare.
Dagospia 14 Settembre 2006
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Al buio tutti i semafori sono neri... (m3t4llica)
"sono abituato a prendere sul serio anche me stesso quando scrivo vaccate... quindi prendo sul serio qualsiasi idiota come me"
(citazione dalle opere di QED, poeta Parmigiano del secolo scorso, non si sa se ancora in vita)