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una brava ragazza!

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2007 08:45
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da dagospia:

UTELLI FINANZIA UN FILM IN CUI LA MOGLIE VIENE LIQUIDATA COME “STRONZA” (LA GUZZANTI INCASSA 700 MILA EURI SU 1 MILIONE DI COSTO)
L’aragosta della Sabina Guzzanti avrà pure le sue ragioni da reclamare contro il mondo infame ma anche quelle di Barbara Palombelli non sono da meno: sentirsi appellare due volte “stronza” (la frase in sostanza recita: “appare più stronza di come noi la imitiamo”) in un film finanziato dal marito, il ministro dei Beni Culturali, non è cosa da poco. Una pellicola che è costata 1 milione di euro di cui ben 700 mila sono usciti tra l’Istituto Luce e il Ministero rutelliano.


ragazza poi.....ma se avrà la mia età!! [SM=x234875]

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Al buio tutti i semafori sono neri... (m3t4llica)

"sono abituato a prendere sul serio anche me stesso quando scrivo vaccate... quindi prendo sul serio qualsiasi idiota come me"
(citazione dalle opere di QED, poeta Parmigiano del secolo scorso, non si sa se ancora in vita)
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proseguendo

IL CINEMA DEI GENI INCOMPRESI SA BATTERE SOLO IL CIAK DEL REGISTRATORE DI CASSA
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

Una cosa l'ho capita. Vogliono più soldi. Il cinema italiano vuole più soldi dallo Stato. Questo l'ho capito. Poi ho anche capito che lo Stato deve dare i soldi ma non metterci il becco, salvaguardare la creatività, l'indipendenza, la grandezza del cinema italiano senza interferire con scelte politiche. Come fanno i francesi, che hanno attuato una politica protezionistica nei confronti della loro cinematografia.

Riccardo Iacona ha radunato a W l'Italia (Raitre, martedì, ore 21.05) gli stati maggiori del cinema italiano per discutere della salute della settima arte, sull'onda anche del dibattito suscitato da Ernesto Galli della Loggia (il cui nome è stato volutamente storpiato da Michele Placido con chiaro intento di sprezzo). Non sono questi gli argomenti giusti per Iacona il quale, a un certo punto, se ne è uscito con questa frase: «Il petrolio del cinema è la creatività» (se mai è il petrolio la creatività del cinema). Comunque qualcosa si è capito solo quando, alla fine, è intervenuto Giancarlo Leone che con grande sensatezza ha spiegato alcune cose fondamentali: l'industria del cinema italiano, nel suo piccolo, sta bene, la Rai investe un sacco di quattrini per sostenerla, il pubblico risponde con generosità.

Poi, naturalmente, è difficile fare un programma di puro sostegno, senza interlocutori, con i registi italiani (a cominciare dal ricco Michele Placido) convinti di essere dei geni incompresi, con Sabina Guzzanti che fa sempre l'elogio della libertà e poi basta che un critico le muova un appunto (in mezzo a cento elogi) perché si scateni l'erinni che è in lei, con gli eterni equivoci sui venerati maestri del cinema italiano (sempre troppo tardi per capire che per leggere l'Italia è molto più importante Dino Risi di Michelangelo Antonioni o di Luchino Visconti o di Bernardo Bertolucci).

Il cinema italiano non è più al centro della scena mediatica e del dibattito politico; da qui bisognerebbe partire con serena lucidità per discutere della sua funzione, dei suoi rapporti con altri media, della sua qualità di scrittura, del ruolo dello Stato nell'occuparsi di cultura. E capire che l'autore è solo un felice accidente che ogni tanto la macchina fa passare.

[SM=x234723]
[Modificato da icsicsxx 07/09/2007 08:46]

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