Per il nero:
“Non si taglia a fettine sottili. O si grattugia o si pesta nel mortaio, ma è meglio se si pesta. E non si consuma al naturale come il bianco. Dopo che è pestato si condisce in una scodella con sale e olio extravergine di oliva a temperatura ambiente, senza riscaldare e senza raffreddare. Il sale e l’olio sono importantissimi, perché a differenza di quanto succederebbe con il bianco esaltano il sapore. La ricetta base è: 100 grammi di tartufo, mezzo cucchiaino da caffè di sale e 80 grammi di olio. In questo modo può andare dappertutto. Sopra gli spaghetti o le tagliatelle all’uovo. Sopra due uova a tegamino o in una frittata cotta velocemente, giusto il tempo che si rapprenda all’esterno rimanendo morbida dentro. Ricordi: il bianco ha più profumo che sapore, il nero ha più sapore che profumo. Forse anche questa è una cosa che le faceva piacere sapere”.
E fin qui ci siamo.
E il bianco?
"Vi consigliamo di non grattugiare il tartufo con una comune grattugia, nè di affettarlo con un coltello. I tartufi devono essere sparsi sul piatto in fettine molto sottili ottenute usando l'apposito taglia-tartufi."
"Si procederà poi a tagliarlo in sottili e profumatissime lamelle, tramite l'apposito "taglia-tartufi", facilmente reperibile in qualsiasi negozio di casalinghi, direttamente sul piatto di portata. Mai tagliare il tartufo prima di utilizzarlo: molto del suo profumo e del gusto andrebbero infatti dispersi."
Nulla di nuovo.
Niente chimica in cucina, pazienza.
Per chi avesse la mia stessa perversione:
http://www.discoverychannel.co.uk/science/kitchen_chemistry/
Se passate per Barcelona e vi avanzano qualche centinaiio di euri:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ferran_Adri%C3%A0
Un genio.