Milan: oggi viene ritirato il ritiro della maglia di Berlusconi

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phybes
00giovedì 15 giugno 2006 16:57
Milan: Berlusconi torna presidente


E' stata rimessa in circolazione la maglia di Berlusconi presidente, dopo che era stata ritirata in precedenza, quando decise di risolvere il suo conflitto di interessi, cedendo la carica di presidente del Milan.

L’assemblea dei soci del Milan ha eletto oggi per acclamazione Silvio Berlusconi presidente della società.



Dal libro "Una storia italiana":

“ Ho sognato di vincere la Coppa dei Campioni – ha detto Berlusconi – ma ho anche immaginato in quale modo, con quale stile questa vittoria andava conquistata, al termine di quale percorso. La nostra non è stata soltanto la vittoria di una squadra di calcio, ma è stata la vittoria di quei valori in cui tutti abbiamo fortissimamente creduto: la dedizione alla causa comune, l’altruismo e la perseveranza, la capacità di sacrificio, la lealtà contro gli avversari, l’attenzione spasmodica a ogni dettaglio. Dovevamo vincere ma anche convincere. Con un gran gioco, rispettando gli avversari ed entusiasmando i nostri tifosi”. L’avventura del Milan di Berlusconi è anche una storia di formidabili allenatori. Strateghi della panchina scelti dal Presidente non solo per le loro qualità tecniche, ma anche e soprattutto per la capacità di aderire pienamente alla “filosofia-Milan”, ovvero all’ambizioso progetto manageriale e organizzativo che ha fatto del club e della squadra rossonera un esempio da imitare. L’era Berlusconi risulta segnata in modo indelebile da due allenatori: Arrigo Sacchi e Fabio Capello. Entrambi votati a un calcio moderno e spettacolare, i due rappresentarono altrettante “scommesse” volute, e vinte, dal Presidente. Quando approda al Milan, nell’estate dell’87, Sacchi non ha esperienza a livello di serie A. Silvio Berlusconi lo chiama a Milano da Parma sfidando lo scetticismo generale, con una di quelle sue famose intuizioni che ne hanno contraddistinto la carriera d’imprenditore. Mai idea si rivelò più azzeccata: Sacchi non solo porta il Milan a primeggiare in Italia, in Europa e nel mondo, conquistando due Coppe dei Campioni e due Intercontinentali, ma con i suoi schemi innovativi fortemente sostenuti dal Presidente impone a tutto il calcio italiano una svolta a 180 gradi, trasformandolo da difensivo in offensivo in omaggio alla spettacolarità del gioco. La scommessa su Fabio Capello è altrettanto azzardata, ma – ancora una volta – risulta vincente. Dopo quattro anni di trionfi ininterrotti sotto la guida di Sacchi, la squadra viene ritenuta ormai al capolinea dalla stampa sportiva. Ma Berlusconi non lo crede. È convinto che quel gruppo di giocatori abbia ancora molto da dare ai tifosi rossoneri e a tutto il calcio italiano. Occorrono nuovi stimoli. Il Presidente individua in Capello, che dirige i ragazzi del vivaio milanista, l’uomo giusto per mantenere la squadra ai vertici. Detto fatto.
Il Milan di Capello diventa il Milan degli “Invincibili”, si aggiudica quattro scudetti in cinque anni e raggiunge per tre volte consecutive la finale di Champions League, firmando il suo capolavoro nel 1994 ad Atene, quando stravince sul Barcellona di Cruijff. Meno votata all’offensiva rispetto a quella di Arrigo Sacchi, la squadra di Fabio Capello è imperniata su una difesa di ferro: perde per strada pochissimi punti e stabilisce il primato assoluto di imbattibilità nelle partite di campionato. Un record che rappresenta uno dei tanti fiori all’occhiello di un’epopea calcistico - imprenditoriale che non ha eguali nella storia del calcio: quella del Milan di Silvio Berlusconi.



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