Sbattuto in prima pagina come un mostro

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phybes
00giovedì 16 agosto 2007 13:38
poverino
Lo hanno obbligato a fare sempre lo spaccone e a curare la sua immagine nemmeno fosse un premio nobel per la letteratura?

Anzi ho detto una cazzata, perché è più famoso lui o beckham piuttosto che un Fermi o Costantino l'imperatore (ricordo che su google esce fuori prima il tronista).


Comunque ecco la risposta secondo me sensata di Visco.


"Il problema è delle televisioni: l'uso che si è fatto di quella cassetta in tv pone problemi seri" in tema di diritto di replica e contraddittorio. Il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco interviene così nella polemica sul video in cui Valentino Rossi respingeva le accuse di avere evaso il fisco, mandato in onda dal Tg1 e dal Tg5.

L'aspetto criticabile nella condotta dei telegiornali, a suo parere, è che non si può concedere a qualcuno un palcoscenico così importante e senza un contraddittorio solamente per la sua notorietà. "Da un lato c'è lo Stato e dall'altro il contribuente - dice Visco - e ora non mi pare giusto che se il contribuente è un cittadino importante debba occupare la scena mediatica da solo. Questo è un problema".

Il viceministro non ha invece voluto entrare nel merito delle accuse di evasione rivolte dal fisco al campione di motociclismo. "In Italia c'è un sistema garantista e a nessuno è vietato difendersi", ha commentato. "Vedremo: se lui dimostrerà di essere residente in Inghilterra, non ha molto da temere".
johannesburg
00giovedì 16 agosto 2007 14:04
In effetti che schifo il fatto che persone importanti utilizzino i mezzi di comunicazione a proprio piacimento

[SM=x234941]
dr.Burt
00giovedì 16 agosto 2007 16:59
La cosa triste in questa vicenda è che alla fine vincerà lui.
johannesburg
00giovedì 16 agosto 2007 17:14
Dipende da quanto son bravi i professionisti che lo assistono, credo che finirà con una transazione inferiore ai 10 milioni di euro
dr.Burt
00giovedì 16 agosto 2007 17:24
Re:
johannesburg, 16/08/2007 17.14:

Dipende da quanto son bravi i professionisti che lo assistono, credo che finirà con una transazione inferiore ai 10 milioni di euro



In questi giorni ho letto un articolo abbastanza tecnico in cui si asseriva che i professionisti che curano gli interessi di Valentino Rossi hanno sfruttato un "bug" normativo e l'agenzia delle entrate di Pesaro si attaccherà.
Lui vive 9 mesi all'anno in giro per il mondo, trascorre un tempo congruo a Londra e un periodo limitato in Italia.
Visto che l'inghilterra gli ha concesso lo stato di residente ma non domiciliato la sua posizione è formalmente corretta, richiesta di fastweb a Tavullia o meno.
Se io abito a Ravenna ed ho una casa a Miami nulla mi vieta di pretendere da un provider locale con il quale ho rapporti commerciali di allacciare la mia casa delle vacanze.
Lui ha pagato i redditi in Italia per le rendite italiane, i redditi in Inghilterra per le rendite inglesi e per gli sponsor e i contratti Yamaha...non avrà pagato un cazzo in qualche paradiso fiscale.
Faranno una grande fatica a dimostrare che lui è residente in Italia.
Le ricordo che nel caso in cui lei acquisti una casa con le agevolazioni prima casa queste decadono se lei NON è residente in questa.
Quando uno è residente in una casa? Quando vi risiede per...la metà del tempo più un giorno.


johannesburg
00giovedì 16 agosto 2007 17:34
Quindi al massimo gli fanno la multa perchè sulla villa a Tavullia pagaca l'ICI come prima casa.

Transazione a 1000 euro se va bene.

Se continua di sto passo va a finì che lo Stato deve dei soldi a Valentino

[SM=x234940]
dr.Burt
00giovedì 16 agosto 2007 17:50
Re:
johannesburg, 16/08/2007 17.34:

Quindi al massimo gli fanno la multa perchè sulla villa a Tavullia pagaca l'ICI come prima casa.

Transazione a 1000 euro se va bene.

Se continua di sto passo va a finì che lo Stato deve dei soldi a Valentino

[SM=x234940]



Vedremo Johan, ne sai più tu di me ma da quello che ho letto il fisco italiano si attacca, con estrema soddisfazione di Valentino e di tutti quelli che guadagnano quelle cifre, prontissimi a trasferirsi nella City...


dr.Burt
00giovedì 16 agosto 2007 18:06
La partita persa di un vincitore
di Michele Serra, Repubblica - 9 Agosto 2007



C´è un dispiacere speciale nell´apprendere che Valentino Rossi è accusato di avere sottratto al fisco italiano (cioè alla comunità dei suoi tifosi, tra i quali noi) sessanta milioni di euro. È il dispiacere di scoprire che anche un ragazzo giovane, fortunato, geniale nel suo campo, il più fresco e irrituale tra i personaggi emersi negli ultimi anni, è invischiato nella solita, vecchia, insopportabile melma che rende invivibile questo Paese.

Come se niente di davvero "nuovo" potesse mai capitare, dalle nostre parti.
Ora qualcuno dirà che una star internazionale impara presto a conoscere misure diverse, rispetto a quelle di un normale professionista o impiegato o operaio. Che il suo approdo naturale è il mondo (Valentino ha preso residenza a Londra: almeno un po´ più fantasioso dei tanti milionari nostrani rifugiati "politici" a Montecarlo…), che è umano scegliersi l´approdo fiscale più vantaggioso, che spesso quando si è in orbita ci si dimentica di controllare quello che succede a terra, e via spiegando e giustificando.
Ma specialmente in questi ultimi anni, con mezzo paese che sgobba per pagare fino all´ultimo euro quelle tasse che un altro mezzo paese rifiuta di pagare, non c´è pretesto o scusa o arzigogolo che tenga: se davvero il giovane Rossi di Tavullia, o perché mal consigliato o perché furbo in proprio, ha ingannato il fisco italiano, la sua immagine (almeno agli occhi di mezza Italia) ne esce offuscata in modo irreparabile. L´altra mezza, magari, aggiungerà all´ammirazione per il campione spavaldo anche la complice simpatia per il businessman disinvolto, perché niente eccita gli umori più bassi di questo paese quanto uno che "sa fare bene gli affari propri".
Ma Valentino Rossi, se le pesantissime accuse del fisco saranno confermate, gli affari propri li ha fatti malissimo. E´ uno che ha il mondo in mano, padrone della sua vita e del suo talento, ricco, vincitore, seducente, ammirevole (e modernissimo) nel giocare con la macchina mediatica con leggera nonchalance. Possibile che non gli sia venuto in mente che la sua esemplarità (e i suoi meritati privilegi, e il suo primato di popolarità) avrebbero avuto una marcia in più, quella definitiva, quella che è mancata a tante star prima di lui, se avesse fatto fino in fondo il suo dovere fiscale, scegliendo quello stesso normale rapporto con lo Stato e con la comunità che tocca in sorte a milioni di italiani con redditi infinitamente più bassi del suo?
La ricchezza non è un demerito, è una benedizione del Fato, una porta che si apre a chi ha saputo bussare meglio. Ma nella stragrande maggioranza dei paesi moderni e benestanti, a questo merito si fa corrispondere l´orgoglio di pagare le tasse, di pagare le scuole, le strade, gli ospedali a chi ha avuto minore fortuna e minori capacità. Altrimenti: a cosa serve diventare ricchi? A vantarsi con gli amici del bar? Non è un po´ poco, a fronte della grande libertà e della grande responsabilità che comporta disporre di tanti soldi quanti ne bastano a vivere cento vite consecutive?
Solo da noi è ancora diffusa l´idea meschina, penosamente arretrata, che far pagare più tasse ai ricchi sia "demagogia", o "invidia sociale", o una perversa forma di rivalsa dei mediocri. E che cercare qualunque sotterfugio o espediente per non pagarle sia "legittima difesa". E´ un discorso che può avere qualche minima congruenza se l´evasore è una persona che fatica a tirare avanti. Ma le grandi quantità di denaro non consentono questo genere di alibi. Da una certa soglia in su, non si tratta più di scegliere tra uno stile di vita sontuoso e uno stile di ristrettezze. Si tratta di scegliere tra uno stile di vita sontuoso e legale, e uno stile di vita sontuoso e illegale. E non è più la necessità, in quei casi, ma un´ingordigia puramente "simbolica" a far scattare il meccanismo dell´evasione: denaro che vuole altro denaro.
Ora non resta che sperare che Valentino Rossi spieghi di essere stato male indirizzato da qualche collaboratore, essendo il fisco (per tutti, non solo per lui) un circuito dalle curve molto infide. E che sia in grado di riparare saldando i conti con il suo Paese: sarebbe paradossale se proprio un super-italiano come lui, che sventola il tricolore sui circuiti dell´intero pianeta, che è diventato famoso per l´estro e lo spirito da commediante, che è simbolo della provincia talentuosa e spaccona, non si mettesse al più presto in regola anche con l´Italia delle leggi. Spiace, in sede di commento, non poter dire altro che non sia risolutamente e perfino banalmente severo: le tasse si devono pagare, e più si è famosi e fortunati, più si è facoltosi e ammirati, più aumenta la propria responsabilità di fronte agli altri. Valentino, se ci pensa bene, questo lo sa.



[SM=x234458]
kpax974
00giovedì 16 agosto 2007 18:19
dr.Burt, 16/08/2007 16.59:

La cosa triste in questa vicenda è che alla fine vincerà Lui.






[SM=x234769]
dr.Burt
00giovedì 16 agosto 2007 18:24
phybes
00giovedì 16 agosto 2007 21:00
Re:
dr.Burt, 16/08/2007 18.24:






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