ROMA - Cinesi, giapponesi, coreani sono - al vaglio inesperto di un occidentale - quello che si dice "una faccia, una razza". I viaggiatori più blasé fingono di poterli riconoscere al primo colpo ma, in verità, si basano sui loro vestiti più che sui loro lineamenti. Guardando solo quelli, anche i più sicuri cascano come mosche perché - come dimostra il test del neonato sito Alllooksame - "tutti sembrano uguali".
Dopo essersi registrati rapidamente, anche con un nome di fantasia, si clicca su "Take the test" e vi vengono mostrate in successione 12 immagini con risposte a scelta multipla: cinese, giapponese o coreano sono le alternative. Una volta completato l'interrogatorio, Alllooksame restituisce una pagella: la media dei visitatori ne riconosce 5 su 12, ma si può fare, facilmente, anche assai peggio. E allora la tentazione è ricominciare da capo, indispettiti, con un altro pseudonimo.
"Una sera in un ristorante giapponese - racconta il suo ideatore Dyske Suematsu, giovane designer nipponico che vive a New York - chiacchieravo con la mia fidanzata Roxanne Wolanczyk dei suoi problemi a desumere, dalle facce, le nazionalità delle persone. Lei che è bianca aveva difficoltà a distinguere, dai soli lineamenti, chi apparteneva a quale Paese, mentre affermava di essere più brava con gli asiatici. Io ho sempre pensato che questa abilità fosse una delle tante leggende urbane che circolano. Per quanto mi riguarda, pur essendo giapponese e vivendo a New York da oltre 15 anni, non sono in grado di stabilire con certezza le nazionalità di altri asiatici e mi sono sentito dire di tutto a mia volta, che sembro assolutamente giapponese o che non lo sembro affatto. Questo sito è, quindi, un tentativo di demistificare quest'argomento".
Il 20 agosto, nella festa organizzata nel suo studio di Manhattan per lanciare il progetto, Dyske ha invitato un sacco di persone, prevalentemente asiatiche. Lamenta però di aver trovato, per la sua collezione di "visi", pochi modelli coreani. "In quanto giapponese sono sempre stato imbarazzato nell'avvicinare coreani perché rimane ancora molto risentimento per la guerra che ha opposto i nostri paesi. E' una cosa molto triste e mi piacerebbe che andassimo più d'accordo. Dopo tutto ci assomigliamo così tanto, quasi da sembrare identici". Un'affermazione che il suo "test attitudinale di riconoscimento asiatico" dimostra inequivocabilmente.