Lettera di Rosario Bentivegna (Il partigiano che porto' il carretto con la bomba in via Rasella) al “Corriere della Sera”
A proposito dell'articolo sui «ricordi» resistenziali di Lidia Menapace ( Corriere, 23 agosto), il sen. Giovanni Russo Spena afferma: «Credo che un'azione di guerriglia, legittimata da quasi il 100% della popolazione, contro l'intervento dell'esercito israeliano si possa definire Resistenza». Non mi sembra che tutte le insorgenze, tutte le jacqueries, tutti i crimini ideologici, individuali o di massa, possano rientrare nelle valenze che la Storia moderna ha attribuito al termine «Resistenza».
Vorrei perciò chiedere a Russo Spena: anche i vandeani facevano la «Resistenza»? Anche i Milites Christi, che dopo la sconfitta di Mentana, impalarono ufficiali garibaldini in fuga; o quelli, di matrice borbonica, che scannarono Carlo Pisacane con i suoi «trecento giovani e forti»?
Ma allora sono «resistenti» anche i tedeschi nazisti che combatterono contro gli invasori fino all'ultimo bunker; o gli italici repubblichini, che, secondo quanto scrisse Giovanni Gentile il 28 dicembre 1943, sul Corriere della Sera caduto in mani naziste, «hanno preso, come ne avevano il dovere, l'iniziativa della riscossa», contro gli invasori ma anche contro gli uomini e i partiti della Resistenza, indicati da lui come «sobillatori venduti o in buona fede, ma sadisticamente ebri di sterminio», e combatterono, a «cercar la bella morte», fino alla «ridotta della Valtellina» (o, per lo meno, si proposero di provare di provarci). Tutti Resistenti? Todos Caballeros?
_______________________________________________________________________________________________
Al buio tutti i semafori sono neri... (m3t4llica)
"sono abituato a prendere sul serio anche me stesso quando scrivo vaccate... quindi prendo sul serio qualsiasi idiota come me"
(citazione dalle opere di QED, poeta Parmigiano del secolo scorso, non si sa se ancora in vita)