Amauri

da me o da te?

Frankiefos, 03/02/2009 8.22:

---

da me o da te?

---

Afrocio.

in segno di protesta rimpatriamo i viados o la signorina Magda?

.cat., 03/02/2009 15.02:

---

in segno di protesta rimpatriamo i viados o la signorina Magda?

---

Magda?

(AGM-DS) - 03/02/2009 18.13.35 - (AGM-DS) - Milano, 3 febbraio - Sembra non avere mai fine la telenovela legata al rapporto tra Amauri e la maglia azzurra. In serata l`emittente brasiliana Esporte Interativo aveva riportato delle dichiarazioni dell`attaccante juventino: "Non c`e` alcuna possibilita` che io scelga l`Italia al posto del Brasile. Continuero` dedicandomi al mio club e cercando il mio spazio nella Selecao. Spero di essere chiamato di nuovo da Dunga nelle prossime convocazioni".

Poco dopo, ecco la smentita dello stesso Amauri, apparsa sul sito ufficiale della Juventus: "In merito alle dichiarazioni che mi sono state attribuite da organi di stampa brasiliani e italiani, intendo precisare che mi sono limitato a dire che sarà impossibile che io giochi con la nazionale italiana in occasione della prossima amichevole Italia–Brasile. Ogni altro riferimento alla nazionale brasiliana o a quella italiana è assolutamente privo di fondamento. Il mio unico pensiero, in questo momento, è allenarmi e dare il massimo per la Juventus. Considero l`episodio definitivamente chiuso e non intendo tornare sull`argomento".

www.repubblica.it/2009/02/sport/calcio/nazionale/vicenda-amauri/vicenda-amauri/vicenda-ama...

Fate una statua a Gennaro Ivan Gattuso.

Algido.

Sammontano.

Le schifezze che stan somministrando a Ringhio per recuperare piu' in fretta dall'infortunio gli han dato alla testa.

Questa e' l'unica scusa che posso trovare per Gattuso, per quanto riguarda il Lord, e' cosi' dalla nascita

Notare la risposta di Amauri (testuale) "non me ne frega un ca**o di quello che dice"

Perchè? Povero Gattuso, ha ragione! Ha solo detto la sacrosanta verità

Frankiefos, 27/02/2009 9.11:

---

Perchè? Povero Gattuso, ha ragione! Ha solo detto la sacrosanta verità

---

E' piu' che evidente che Amauri vuol giocare con l'Italia ma al momento non puo' per l'oramai notorio problema con la situazione burocratica della moglie.
Nelle interviste non lo dice espressamente per non passare da 'traditore' in patria ... un po' come fece Camoranesi.
Tutto questo e' risaputo ma c'e' gente che usa questa situazione per buttargli merda addosso ... Gilardino (per convenzienza, ha paura che gli tolga il posto di titolare) e adesso anche Gattuso (per i motivi sopracitati). Pur sapendo cosa succede, rilasciano interviste di questo tipo apposta, per screditarlo.

Sarà certamente come dici tu, a me però le sue dichiarazioni danno l'idea di chi vorrebbe giocare col Brasile e solo come ripiego per l'Italia. Poi oh, non è che la cosi mi appassioni troppo, a me basta non vedere più Toni

www.sportmediaset.it/calcio/articoli/articolo21213.shtml

La moglie di Amauri ha ottenuto la cittadinanza

Da oggi Amauri è un po' più "italiano". La moglie Cynthia ha infatti giurato a Palermo sulla Costituzione e tra qualche giorno riceverà il passaporto. A questo punto, via alle pratiche anche per quello dell'attaccante della Juve che, a sua volta, ha l'opportunità di diventare italiano a tutti gli effetti. Per i tempi, si parla di circa sei mesi, dopo di che toccherà ad Amauri decidere se rispondere o meno a un'eventuale chiamata di Lippi.

La prima data buona per vedere il brasiliano in azzurro potrebbe essere la spedizione dell'Italia in Sudafrica a giugno per la Confederations Cup. Sempre che Marcello Lippi decida di convocarlo e che, nel frattempo, non arrivi una convocazione da parte di Dunga per il Brasile.

Nemmeno il giuramento sulla Costituzione italiana da parte della moglie di Amauri ha spinto Marcello Lippi a sbilanciarsi sul possibile futuro azzurro dell'attaccante brasiliano, in forza da quest'anno alla Juventus. Il ct della Nazionale si è così espresso sulla vicenda: "La moglie di Amauri è diventata italiana, lui ancora no. Se poi lo diventerà e giocherà bene... allora lo chiamerò, altrimenti niente".

Amoglie.

Helstar, 04/03/2009 17.38:

---

http://www.sportmediaset.it/calcio/articoli/articolo21213.shtml

Per i tempi, si parla di circa sei mesi, dopo di che toccherà ad Amauri decidere se rispondere o meno a un'eventuale chiamata di Lippi.

La prima data buona per vedere il brasiliano in azzurro potrebbe essere la spedizione dell'Italia in Sudafrica a giugno.

---

da marzo a giugno sono 3 mesi, se ci vogliono 6 mesi...che imbecilli questi di mediaset



Cmq, leggeteve qua


La fabbrica degli oriundi

A Potenza Picena la cittadinanza non si nega a nessuno, purché sia un campione
PIERANGELO SAPEGNO
POTENZA PICENA (ASCOLI)
Gabriela Sabatini fu la prima, nella città degli oriundi. Un posticino nelle Marche da prendersi un po’ di nostalgia a guardare la luna fra le colline, dove adesso potrebbe arrivare pure Amauri, l’ultimo degli oriundi. Ci sta pensando già Nico Coppari. Scende all’ufficio anagrafe e chiede: nessun Amauri, gli dicono, e neanche sua moglie. Lui si gratta in testa. Ma c’è l’avvocato Cipolletti al telefono: allora speriamo. Cioè? «Non so. Niente di preciso. Bisogna vedere». Ormai sono loro che ci cercano, dice. Gabriela venne qui, dietro quella finestra con il grande lampadario a gocce, e sulla porta c’era una bambina che le afferrava la gonna e le diceva «Come sei bella», e le chiedeva se era lei la tennista della televisione. Rosalba Sabatini le spalancava le braccia venendo incontro dal corridoio, assieme a Sergio e Gianfranca, gli altri cugini di papà Osvaldo. Gabriela disse: «Questa è la città di nonno David? Ne sentivo parlare tanto in casa...». Prima della firma, il sindaco di allora, Mario Morgoni, le presentò i parenti. Sorridevano tutti. Gabriela prese la cittadinanza quel giorno, 23 giugno 2003.
Poi fu la volta di Camoranesi, un altro argentino che aveva parenti qui, e poi Cicinho, il terzino della Roma, brasiliano, che qui invece aveva solo l’avvocato, Giovanna Cipolletti, come quelli che vennero dopo di lui, l’esterno fluidificante Paulo César Arruda Parente, che pazienza se non gioca da noi, ma in Francia, nel Tolosa, e Renan Teixeira da Silva detto Renan, 23 anni, che manco c’era mai venuto prima in Italia e continua a starsene in Brasile, nell’Atletico Mineiro. Tutti cittadini di Potenza Picena, la fabbrica degli oriundi. Uno guarda le strade antiche, le mura spesse, queste luci che ti pendono sopra, come la luna delle colline. E perché vengono tutti qui? Il sindaco, Sergio Paolucci, dice che è un posto accogliente, e lo dice allargando le braccia sulla piazza: guarda che bella città. Un tempo era terra di emigranti. Nico Coppari, il portavoce del Comune, racconta che quelli che partivano li chiamavano i «calcinelli», perché arrivavano in Argentina facendo lavori che sporcavano di calce, o «i fornaciai», quelli che andavano nelle fornaci, e quando lo dice si sente qualcosa di più di una nostalgia lontana.
Il rispetto, si sente. Adesso i loro figli hanno un posto nel mondo. Anche Potenza Picena ce l’ha. Quindicimila abitanti, «il 10 per cento di immigrati», come certifica Paolucci: «Quasi tutti ben inseriti». Chissà come lo trovano questo posto, i campioni che vengono da lontano. Gabriela Sabatini ci è tornata qua, e Paolucci ripete con una certa enfasi che «è una grande persona». S’è fatta fotografare con gli abitanti, ha stretto molte mani, ha giocato a tennis con qualche bambino ed è rimasta in contatto con i parenti, soprattutto la cugina Gianfranca. Chi non s’è fatto mai vivo è Camoranesi. Ha preso la cittadinanza, grazie a un suo parente che abita a qualche chilometro e che si chiama Diego (e che non sapeva niente: «Me lo disse una volta un giornalista che era mio parente. Beh, sono contento. Io sono juventino»), ha vinto i Mondiali ed è sparito. «L’abbiamo invitato in tutti i modi e lui non ci ha nemmeno mai risposto», dice Coppari. Anzi, una volta sì, a dire il vero, ma era meglio non l’avesse fatto, come ricorda Paolucci: «Alla tv gli chiesero del nostro paese, e lui rispose: non ci sono mai andato e credo che non ci andrò mai. Non l’abbiamo più chiamato». In compenso, Cicinho, Cicero Joao de Cèzare, che non ha neanche un parente qui, avendo le sue origini in Abruzzo, quando sceglie questo posto, poi ci torna e si compra pure una casa, in via Beethoven, a Porto Potenza, sul mare. Aveva fatto tutto l’avvocato, Giovanna Cipolletti, che ha lo studio a Civitanova, ma che qui ha vissuto per tanto tempo e si vede che le piace di più. Perché dopo di lui ci ha portato pure Paulo Cesar e Renan, due calciatori che con l’Italia le uniche cose che avevano da spartire erano le mogli, che erano di queste parti.
Anche Cicinho quando venne per la cittadinanza non giocava da noi ma nel Real Madrid. Era il 2005. Arrivò, salutò tutti e si mise a palleggiare con il sindaco Paolucci davanti ai fotografi, poi andò persino a farsi una partita a calcetto con gli altri del paese. Ci è tornato un’altra volta dopo averci preso casa, ed è andato a cena allo Chalet Nettuno, da Carlo Carlini, tifosissimo juventino, che era contento lo stesso come una pasqua, perché gli oriundi ormai sono come gente di casa. In fondo, sta diventando un posto famoso grazie a loro. Il vicesindaco Mirko Rastelli sostiene che l’avvocato Cipolletti ne ha già altri in lista pronti per essere naturalizzati. Visto? Ha un bel dire, Fausto Cavalieri, che Potenza non è solo la Patria degli oriundi: «Siamo la terza città della provincia con il maggior numero di società sportive e di tesserati». Come se ci fosse qualcuno a cui interessa. Noi aspettiamo tutti Amauri. E Nico Coppari sta prendendo tempo: «Per ora non c’è niente. Ma c’è qualcuno che ci lavora». Un marpione.

_______________________________________________________________________________________________

Non vendo sogni, ma solide realtà.