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Qui,Quo,Qua

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2006 21:33
11/03/2006 09:30
 
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L'ordinanza di arresto per 16 indagati del giudice Belsito
"Investigazioni parallele per falsare l'esito delle elezioni"
Banda di spie, il Gip scrive
"Licenza di intromettersi nella vita altrui"
MILANO - La chiamavano vicenda "Qui, Quo e Qua", dove Qui stava per Alessandra Mussolini, Quo per Piero Marrazzo e Qua per un personaggio che non è stato al momento identificato. Con i tre nomi disneyani alcuni degli arrestati nell'inchiesta sui detectives privati corrotti e sulle intercettazioni abusive definivano gli oggetti del presunto 'spionaggio' politico alla vigilia delle elezioni regionali nel Lazio.

Questo è soltanto l'aspetto più eclatante, e che ha scatenato un immediato terremoto politico, di un'inchiesta della Procura di Milano che spazia su diversi fronti. L'ordinanza - con la quale il gip Paola Belsito ha disposto l'arresto di 16 persone tra investigatori di agenzie private, due finanzieri, un poliziotto e due dipendenti di società telefoniche - è racchiusa in un voluminoso plico di oltre 300 pagine.
Tra le considerazioni preliminari, il giudice osserva: "Quello che emerge dall'indagine è uno sconfortante e poco rassicurante squarcio sul mondo degli investigatori privati, la parte evidentemente malata e patologica di quel mondo che interpreta il proprio ruolo in maniera assai disinvolta".

Il gip parla dell'appropriarsi di una "vera e propria licenza di intromettersi nella vita personale e professionale degli altri, senza alcun rispetto per la privacy, per la libertà e per l'inviolabilità di certi diritti".
Ci si trova di fronte, è scritto nell'ordinanza, a "investigatori che si industriano, si organizzano, si coalizzano e si associano per un fine di lucro, trasformandosi, grazie all'aiuto di pubblici ufficiali o di incaricati di pubblico servizio corrotti e/o infedeli in spioni con pochi scrupoli".

Spioni che ricevono l'incarico di raccogliere informazioni riservate sul conto di personaggi di ogni genere, anche di rilievo politico. A questo proposito il gip osserva, in generale, che "raramente si apprende la ragione dell'incarico conferito ad una agenzia e ancor più difficilmente si riesce ad identificare chi in concreto ha commissionato le investigazioni". Ma aggiunge che appare comprensibile come il ricorso al sistema delle "investigazioni parallele" nasconda "la volontà o comunque il tentativo di condizionare un certo risultato o magari di falsarne l'esito". Questo sistema "diviene uno strumento per gettare discredito sul concorrente, per mascherare un socio che si presume infedele, per sconfiggere un avversario sgradito e pericoloso.

La vicenda "Qui, Quo e Qua": le indagini e l'esito delle intercettazioni fatte dagli inquirenti portano a dimostrare, sottolinea il gip, che l'incarico di investigare sui tre personaggi (solo la Mussolini e Marrazzo identificati, come si è detto) venne "affidato"alla fine di febbraio 2005 a Pierpaolo Pasqua, titolare della Security Service Investigation, "da un soggetto inserito presso la Regione Lazio ed interessato all'esito delle elezioni regionali del Lazio che si sono svolte il 3 e 4 aprile del 2005".

Da quel che risulta agli atti dell'inchiesta il 24 febbraio 2005 Pierpaolo Pasqua ebbe una conversazione telefonica con un certo Niccolò, che viene 'ragionevolmente' identificato per Niccolò Accame, "che era all'epoca dei fatti di cui si discute legale rappresentante dell'Associazione Lista Storace". Il gip precisa che nei suoi confronti non vi sono richieste da parte del pm, né risulta indagato. Nella telefonata si parla di "un certo 'intervento' da fare a Roma nel fine settimana, per fare bene il quale è necessario un tecnico. Si sarebbe trattato, secondo gli inquirenti, di un lavoro di bonifica ambientale all'interno di uffici della Regione.

Dalle indagini è emerso che gli 'spioni' avrebbero raccolto per il 'committente' una serie di dati che riguardavano non solo Marrazzo, ma anche la moglie. Ma è dalle osservazioni dei pm, riportate nell'ordinanza del gip, che emerge un quadro - da accertare - secondo cui "Qui, Quo Qua sono tre persone che rientrano in un piano finalizzato ad agevolare la vittoria elettorale di Francesco Storace, all'epoca governatore in carica della Regione Lazio".

Secondo la pubblica accusa, si sarebbe trattato di "un piano che nelle originarie intenzioni mirava in parte ad ostacolare la lista del deputato Alessandra Mussolini, candidata alle elezioni regionali in contrapposizione alla lista del governatore Francesco Storace, in parte a tentare di screditare Piero Marrazzo, candidato alle medesime elezioni, e, infine, sia pure con minor grado di attendibilità, a tentare di screditare un'ulteriore persona verosimilmente dello schieramento politico opposto a quello dell'allora governatore Francesco Storace".


Ecco le nuove intercettazioni.
"Hai sentito? Che Qui è di nuovo in corsa, Si?".
"No, che è il Consiglio di Stato?".
"Si è di nuovo in corsa ,ma vaffan...".
"No non l'avevo sentita questa".
"Te la sto dicendo io che l'ho appena sentita al TG4".
"Mortacci sua.. va bè mo vado e vedè il telegiornale".

E' il testo di una intercettazione telefonica rilanciata dall'agenzia Ansa, allegata all'ordinanza di custodia cautelare del gip di Milano, Paola Belsito, tra Gaspare Gallo e Pierpaolo Pasqua, i due detective arrestati ieri.

I due scrive il gip parlano "della raccolta di informazioni ai danni di Piero Marrazzo". "E nella conversazione - si legge nell'ordinanza - si intreccia il commento sulla decisione del Consiglio di Stato". Decisione che riammise in corsa Alessandra Mussolini, ribaltando le precedenti decisioni prese dalla Commissione elettorale e dal Tar del Lazio.

Poi Pasqua - si evince dalle intercettazioni - ricontatta Gallo per riuscire ad ottenere on line la sentenza del Consiglio di Stato. "Al tal proposito - osserva il gip - è da notare il tono dei due che, commentando il fatto che le firme sarebbero state false, danno mostra di sapere molto cose sul fatto e arrivano a dire che non vi può essere dubbio che quelle firme sono proprio false. Facile commentare che tanta certezza in ordine alla presunta falsità delle firme è quanto meno sospetta".

"So c... acidi ora eh?". Dice Gaspare alludendo alla riammissione della Mussolini alle elezioni. "Ma lo sai perché? - replica Pasqua - Lo sai quale cosa dicono?. Dicono che le prove che le firme (della lista della Mussolini, ndr) erano false, non sono state raccolte legalmente!!".
"Hai visto" rispode Gallo.
"Ma vaffa...' (i due ridono). Perchè vuoi dire che non sono false!!!. Non è che ci possa essere dubbio".
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non mi ero accorto di questo 3d ;gianfranc

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Vedi, ci sono due tipi di uomini: quelli che c'hanno ironia e quelli che non c'hanno ironia; tu ce l'hai la tua bella ironia ma non ti serve a un cazzo

sempre in sintonia col zero cinque percento

Io direi che i linuxiani sono anche supercnciani, un po' come dire che i paracas o i nazca sono anche parte dell'impero tahuantinsuyo (non inca, peggio ancora incas)e non viceversa.
La civiltà linuxiana fece la sua apparizione nell'epoca presupercnciana nella Provincia di Cataplania (regione di Bluelord, Ischia, Italia). Sulle sponde del fiume Asus, fu edificata la capitale Ubuntu. La civiltà nacque nel I sec. d.C. e decadde nel VI sec. d.C.
La cosa maggiormente impressionate di questa civiltà è il suo os policromo, con figure di uomini, animali, piante, donne nude ecc. In molte di questi os, vengono rappresentati uomini mutilati, cosa che fa supporre che realizzassero sacrifici umani. (Dr.dr.Burt 04/06/10) da Introduzione alla Storia delle civiltà pre-supercnciane e loro influenza sulle civiltà linuxiane nella regione di Cataplania I-Vi sec. d.C.)



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