Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Il memoriale di Pio Pompa

Ultimo Aggiornamento: 13/07/2006 16:48
Email Scheda Utente
Post: 36.208
Post: 23.456
Registrato il: 22/05/2003
Città: JOPPOLO GIANCAXIO
Età: 50
Sesso: Maschile
Occupazione: Attritologo
Admin Gran Farabutt
Divin Cazzaro
OFFLINE
13/07/2006 11:16
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Non è vero che Pio Pompa ha poco o nulla da dire. Non è vero che, in queste ore, il funzionario del Sismi "orecchio di Nicolò Pollari" sappia soltanto bofonchiare della natura innocua del suo rapporto con Renato Farina, alias "fonte Betulla". Non è vero che l'ex impiegato Telecom abruzzese sappia soltanto ripetere la sua "incapacità di spiegarsi" l'accusa che gli muove la procura di Milano: aver controllato due giornalisti di "Repubblica". Pio Pompa qualcosa in più l'ha detta. Meglio, l'ha scritta.

Tre paginette dattiloscritte, datate 7 luglio, indirizzate agli "illustrissimi procuratori della Repubblica Ferdinando Pomarici e Armando Spataro", per una storia che, all'osso, suona così. Il problema del Sismi aveva un nome: "Repubblica". L'ossessione double-face di Nicolò Pollari si chiamava "Abu Omar" e "Nigergate".

Per liberarsene, il direttore del Servizio decide di non risparmiarsi. Viene messa al lavoro la fabbrica della disinformazione e intossicazione di via Nazionale 230, ufficio riservato del Direttore. Con un ordine: raccattare ogni genere di informazione, anche spazzatura. Senza alcuna distinzione o cernita tra il vero, il verosimile, il falso. Il Sismi mobilita ogni risorsa. Sicuramente Renato Farina, alias "fonte Betulla", e con lui "altri soggetti". Con un risultato.

Oggi, l'archivio di via Nazionale, sequestrato il 5 luglio dalla procura di Milano, è un pozzo nero la cui apertura toglie il sonno al Servizio.
Pio Pompa - è noto - si è sin qui sottratto alle domande e alle contestazioni dei pubblici ministeri esercitando il suo diritto al silenzio. Ma la sua memoria (controfirmata dall'avvocato Titta Madia) ha indubbiamente il pregio della chiarezza, lì dove sceglie di dar conto almeno di una parte di ciò che è accaduto.

Leggiamo. "Lo scrivente svolge funzioni di dirigente del Sismi con compiti di analista "Osint" (fonti aperte) e con incarico di rapporti con persone utili, sempre nel settore Osint". La sigla (Osint) dovrebbe essere ormai familiare. Non più tardi di martedì, è fiorita sulle labbra del sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri durante la burocratica lettura che ha dato a Montecitorio di ciò che il Sismi ha ritenuto di far sapere al Parlamento. Ma ciò che Forcieri non ha detto o che a Forcieri non è stato detto, Pompa sceglie di scriverlo con apparente candore.

"E' vero che il giornalista Farina, come altri soggetti, mi informava in merito alle notizie che essi legittimamente erano in grado di apprendere sulla vicenda relativa al presunto rapimento di Abu Omar". E' vero, dunque, che, quantomeno per Renato Farina, la nostra intelligence politico-militare, per ordine del suo direttore Pollari, ha violato la legge istitutiva dei Servizi, lì dove vieta il reclutamento di "giornalisti". E' altrettanto vero che l'ufficio di via Nazionale 230 aveva avvicinato "altri soggetti", individuati dal Sismi come fonti "utili a ottenere il massimo delle informazioni sugli sviluppi della vicenda Abu Omar".

Bene. Ma perché mettere in moto Farina e questi "altri soggetti"? Scrive Pompa: "Per prevenire o comunque conoscere preventivamente indebiti attacchi sui media, già in essere o potenziali, scaturenti da una sinergia tra la doverosa iniziativa della magistratura e altri interessi perseguiti da singoli organi di stampa".

La sintassi del periodo è legnosa, ma ne è chiara la sostanza. Il Sismi aveva urgenza di sapere cosa bolliva nella pentola delle redazioni e come questo avrebbe incrociato il lavoro della magistratura. Il Servizio non intendeva saperlo a giornali "chiusi" in tipografia. Ma a giornali "aperti" in redazione. Il problema non era reagire alla pubblicazione di ciò che al Servizio era sgradito, ma "conoscerne in anticipo" il merito, per poterlo "prevenire".

Pollari voleva sapere chi avrebbe stampato cosa, e quando, e attingendo a quali fonti. Meglio: Pollari voleva conoscere innanzitutto le mosse di "Repubblica". Pompa lo scrive: "Per circa tre anni, il Sismi è stato al centro di attacchi mediatici insistenti, ingiustificati e ingiusti per la questione del "Nigergate". E la questione, emblematicamente grave per gli interessi nazionali coinvolti, rese necessario elevare il livello di attenzione (...) L'indagine sul sequestro di Abu Omar rivestiva una notevolissima importanza, perché alcuni organi di stampa avevano insinuato, anche molto apertamente, il coinvolgimento di istituzioni nazionali e del Sismi in particolare".

"Nigergate" e "Abu Omar", dunque. Leggi "Repubblica" e le sue inchieste. Leggi soprattutto, che per il direttore del Servizio la misura era colma e dunque "si rese necessario elevare il livello di attenzione". Ma come?

Ramazzando ogni brandello di informazione, la cui qualità è definita dal metodo con cui quell'informazione veniva raccolta e che Pompa così descrive: "Nella mia missione, sono obbligato ad acquisire, classificare, custodire, tutte le informazioni che ottengo, senza distinzione di genuinità, affidabilità, attendibilità. Si acquisiscono informazioni utili ed inutili: ciò non significa che anche quelle inutili debbano essere cestinate o non custodite".

L'archivio di via Nazionale è dunque pieno di immondizia. Perché l'ordine era che anche l'immondizia venisse conservata e con scrupolo classificata. Pompa ci tiene a farlo sapere prima che qualcuno gliene chieda conto. Ma soprattutto tiene a fare sapere che, fosse per lui quell'archivio gli andrebbe restituito. Per due motivi. Il primo: "perché, salvo qualche documento rispetto ai migliaia sequestrati, non riveste rilevanza per l'indagine in corso".

Il secondo, ai suoi occhi devastante: "perché la diffusione dell'archivio può nuocere agli interessi perseguiti da un servizio di sicurezza militare". Ma quali interessi? Quelli della sicurezza nazionale? O altri?


[SM=x234963]

_______________________________________________________________________________________________

"Poesie del vento e delle cascate", solo su cazzariland.com
Email Scheda Utente
Post: 15.338
Post: 10.214
Registrato il: 23/09/2005
Città: GALLIERA VENETA
Età: 31
Sesso: Maschile
Moderatore Cazzaro
Divin Cazzaro
OFFLINE
13/07/2006 16:48
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota

Pio Pompa è un nome d'arte?

[SM=x234961]

_______________________________________________________________________________________________

Vedi, ci sono due tipi di uomini: quelli che c'hanno ironia e quelli che non c'hanno ironia; tu ce l'hai la tua bella ironia ma non ti serve a un cazzo

sempre in sintonia col zero cinque percento

Io direi che i linuxiani sono anche supercnciani, un po' come dire che i paracas o i nazca sono anche parte dell'impero tahuantinsuyo (non inca, peggio ancora incas)e non viceversa.
La civiltà linuxiana fece la sua apparizione nell'epoca presupercnciana nella Provincia di Cataplania (regione di Bluelord, Ischia, Italia). Sulle sponde del fiume Asus, fu edificata la capitale Ubuntu. La civiltà nacque nel I sec. d.C. e decadde nel VI sec. d.C.
La cosa maggiormente impressionate di questa civiltà è il suo os policromo, con figure di uomini, animali, piante, donne nude ecc. In molte di questi os, vengono rappresentati uomini mutilati, cosa che fa supporre che realizzassero sacrifici umani. (Dr.dr.Burt 04/06/10) da Introduzione alla Storia delle civiltà pre-supercnciane e loro influenza sulle civiltà linuxiane nella regione di Cataplania I-Vi sec. d.C.)



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:49. Versione: Stampabile | Mobile | Regolamento | Privacy
FreeForumZone [v.6.1] - Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com