(da gazzetta.it)
Il tecnico dell'Inter dopo il gol decisivo di Cruz si è rivolto alla tribuna con un gesto inequivocabile verso chi lo contestava. "Era il mio ex giocatore, Costinha", spiega. Ma nel dopo-gara litiga in tv e rigetta altri paragoni con Mancini.
Tutti felici nell’abbraccio collettivo liberatorio al 91’. Lui si distingue sempre. E’ o non è diverso, speciale? E allora non si scompone troppo. Si porta il dito sulla bocca. Guarda dietro la sua panchina. Critica i criticoni. Intanto ha azzeccato il cambio decisivo. Intanto l’Inter è prima in campionato (anche se lui dice "seconda" a Sky, considerando l’impegno serale del Milan). Dice che ha cambiato modulo (tornando ai tre centrocampisti) non in risposta alla critiche sul modulo dei giornalisti, ma in relazione alla caratteristiche tattiche dell’Udinese. Si infervora rispondendo alle domande che gli vengono poste. Si arrabbia quando viene interrogato sui paragoni da lui tirati in ballo con Mancini (si arrabbia a Sky, lascia il collegamento con la Rai), dice che il suo gesto (il richiamo al silenzio) era rivolto a Costinha, un suo ex giocatore (centrocampista portoghese della nazionale) oggi sugli spalti. Una piccola bugia. Poi, sulla partita, non si nasconde sulle difficoltà di Quaresma, e lo boccia. Se ne va dopo aver fatto discutere tanto. Come al solito.