"Per la prima volta dal secondo dopoguerra, l'Italia rischia di allontanarsi dal gruppo dei Paesi più industrializzati. E' un pericolo grave che va scongiurato". L'allarme viene lanciato dal vicepresidente di Confindustria Andrea Pininfarina.
"E' da anni - ha detto Pininfarina, aprendo il convegno di primavera degli industriali a Vicenza - che la nostra economia segna il passo. C'è una piena identità di vedute tra ciò che ha detto Bankitalia e quanto sostiene ormai da mesi Confindustria. Una posizione di amaro realismo. Oggi l'Italia purtroppo è ferma".
"Del resto - ha aggiunto - questa stagnazione è troppo lunga per poter essere spiegata da fattori congiunturali. Essa trae le proprie origini in larga parte da problemi strutturali". Confindustria ripropone una ricetta per uscire da questa situazione di stallo: "L'Italia ha bisogno di più concorrenza per tornare a correre", ha osservato.
"In generale - ha aggiunto Pininfarina - il Paese può crescere e svilupparsi al pieno delle sue potenzialità solo se le sue imprese operano in un ambiente concorrenziale, che le spinga all'efficienza, stimoli l'innovazione e alimenti una tensione continua verso il miglioramento delle posizioni acquisite".
Secondo l'imprenditore "elevare il grado di concorrenza di sistema non significa solo creare i presupposti per un abbattimento dei prezzi e un miglioramento della qualità dei beni e dei servizi che si producono, ma si tratta anche di creare maggiori opportunità di crescita per le imprese, di garantire la possibilità di ingresso nei mercati a nuovi talenti".
Per questo, ha concluso Pininfarina, per Confindustria "è necessario affermare con forza il principio che l'apertura dei mercati deve essere considerata un bene pubblico".
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